martedì 15 maggio 2007

li uccideva il vissuto d' incompletezza (dal capitolo IV della Stele - la conferenza)

Di fatto li uccideva l' irresistibile tendenza, elicitata dagli ordigni bellici, ad iniziare a far parte di un organismo che superasse i limiti e le ristrettezze della corporeità e dell' identità individuale. I viventi, trafitti da queste armi micidiali, avvertivano un vissuto di incompletezza e di insicurezza relativamente alla limitatezza dell' essere solo un individuo, separato dagli altri, autonomo, tale da dover sopperire a tutte le necessità tramite il proprio essere, limitato e vulnerabile. Sentivano il bisogno irrefrenabile di compartecipare ad un' entità superiore, che superasse il limite dell' esistenza personale del singolo. Sentivano di aver bisogno di un appagamento non raggiungibile tramite la loro esistenza individuale. Sentivano qualunque quantità di amore potessero dare o ricevere dall' altro come insufficiente a garantire la sopravvivenza, proprio perché l' amore ricevuto, di qualsiasi entità fosse, non poteva esser tale da far superare la separazione dall' altro, la differenziazione in entità diverse. L' amore dato o ricevuto non poteva fondere due individui nella completa conoscenza e condivisione. Vivevano tale improvvisa consapevolezza come una illuminazione insopportabile sui limiti e sul dolore dell' esistenza,

mercoledì 18 aprile 2007

la guerra dell' amore (da "La stele": la conferenza)

Durante tale conflitto sui viventi si abbatterono ordigni di diversa natura, rispetto al primo evento bellico. Gli strateghi imperiali, infatti, idearono e misero a punto nuovi mezzi idonei agli stermini di massa nell' universo.
Arrivavano dai cieli entità simili a spugne, di color terreo in tutti i casi, di diversa grandezza. Ve ne erano di minuscole, poco più grandi dei granuli di polvere; ve ne erano di enormi, più vaste dei mondi. La maggior parte erano di dimensioni medie, poco più estese di un essere vivente comune. Esse erano caratterizzate da una porosità fine, da un' aspetto innocuo apparentemente, quanto inspiegabile. Erano numerosissime e proliferavano l' una dall' altra, ricoprendo i cieli ed oscurandoli man mano che si moltiplicavano.
Una o più di esse si occupavano di un vivente; lo seguivano ovunque, lo aspettavano allorché si rifugiava in un luogo chiuso, per ricominciare a seguirlo da presso appena usciva nuovamente all' aperto. Spesso altre spugne si aggiungevano alla prima e l' individuo finiva per essere seguito da un nugolo di esse, di varie dimensioni, tutte dall' inequivocabile colore bruno. Erano indistruttibili. Se spezzate, lese in una parte o sminuzzate, ricrescevano e da ogni pezzetto si rigenerava una grande spugna. Se distrutte, con qualunque mezzo fisico o chimico, si riformavano dal nulla e ricrescevano. Erano armi pazienti, dalla lenta azione.

martedì 10 aprile 2007

emozione e disfacimento ( da "La Stele" : La Conferenza)

Costoro, cui accennavo, sono fatti di citoplasma puro, indivisibili l' un individuo dall' altro tanto i singoli citoplasmi si compenetrano reciprocamente, ogniqualvolta due o più di loro entrano in contatto. Come maree di liquido purissimo le masse dei BC29KUJ16-61 muovono nello spazio dei loro cieli quando trasmigrano da uno dei loro lontani pianeti. Sotto la luce fioca di Orio il nano, si vede, a volte, nel tramonto di Sbazk4, una grande nuvola lattiginosa tingersi di sfumature aranciate e opache: si tratta di popolazioni BC29KUJ che buttano un ponte tra pianeti vicini unendo i loro citoplasmi in un' unico fluido.
Essi sono esseri facilmente emozionabili e la commozione, immediata e spontanea, quanto incontrollabile, è il loro sentimento più noto, retaggio delle antiche caratteristiche originarie, gelosamente conservato come tratto prezioso e distintivo della specie. All' atto emozionale essi, piangendo, perdono in consistenza e le proteine che danno struttura alle loro forme, si frammentano in singoli aminoacidi o in piccoli peptidi. Si sciolgono così e la loro opacità si dilegua e, nel diventare del tutto trasparenti, si spandono al suolo e cessano di esistere come singoli per diventare purissima acqua, infine.
Tale iniziava a diventare uno di questi BC29KUJ, notabile del governo di KOR-O-O-FF 341, quando l' atmosfera della sala delle Conferenze Plenarie governative cominciò a diventare tesa. Raner Ferm lo notò, all' atto di iniziare a liquefarsi, con un' espressione vagamente ebete ed un sottile sorriso di imbarazzo sul volto che tradiva la vergogna per questa sua fine inopportuna che necessariamente attirava l' attenzione dei presenti e disordinava il clima conferenziale, in una circostanza tanto delicata. Ferm capì che l' impazienza stava allora montando oltre i livelli consigliabili.

venerdì 16 marzo 2007

astronavi vascello; da "La Stele" cap. IV - La Conferenza -

In quel tempo popoli che vivevano su pianeti fino ad allora del tutto isolati, come BN1 o BN2 o quelli delle prime altre serie alfanumeriche allora catalogati, tutte persone, per altro, abbastanza evolute e radicatissime ai loro pianeti (nel senso letterale: si trattava, quasi sempre di specie munite di radici o, in ogni caso, ascrivibili ai regni vegetali) scoprirono l' esistenza di altri esseri viventi durante le lunghe sere dei loro pianeti e, in special modo, nei loro focosi tramonti (erano, quelli, pianeti molto vicini alle loro stelle), quando, sporgendosi da un colle o in vicinanza di un mare, riuscivano a distinguere, nel chiarore diffuso, le più brillanti luci delle Astronavi Vascello, i nuovi mezzi per spostamenti di massa, utili alle colonizzazioni, che, sotto le Dinastie Paraconfederali, erano diventate i mezzi di locomozione più diffusi.
Si vedevano nei cieli file di luci allineate e bascullanti, delle immense astronavi vascello. Si riuscivano a distinguere, quando le condizioni di luminosità erano favorevoli, le grosse sagome brunastre di quelle astronavi simili a mondi. Si sentivano, se pur lontani, echi dei fragori che venivano attribuiti ai macchinari ma che, in realtà, altro non erano che il segno tangibile dei bagordi degli astronauti a bordo (ve ne erano milioni di rammet in ogni astronave). A popolazioni sedentarie e miti, inclini alla filosofia, come gli abitanti di quei pianeti, queste visioni inducevano serenità, riflessioni, spirito comunitario e, in qualche caso, forme più o meno ponderate o leggermente esagerate, di ilarità.

martedì 13 febbraio 2007

Filosofantasy (da "La stele": La conferenza)

- Mi è piaciuto definirla "stele", anche se il termine è improprio, vista la piccolezza dell' oggetto - asserì Ferm
- Forse a causa della compattezza e della durezza dello stesso - propose Crusj - che danno l' idea di una pietra antica.
- Non credo - affermò il governatore dopo un attimo di riflessione - è come se l' oggetto stesso sembrasse più grande di quanto in realtà sia ... come se l' importanza che ha rivestito in questi anni, il dibattito nato intorno ad esso. Come se questo mi abbia portato a volerlo quasi solennizzare con un nome altisonante, capisci? che confermasse il suo ruolo di documento storico
- Il nome , quindi, lo hai scelto tu - disse l' altro
- Sì, io - ricordò l' otalmite - era a me che toccava, capisci? Come persona che ha dedicato tanto impegno a questo mistero. Se non per il ruolo di Responsabile Dirigente della Commissione Archeologica, appositamente istituita dal Ministero dopo la scoperta di Rammas III. Se non come governatore di questi distretti.
Toccava a me il compito di risolvere l' enigma perché per primo ho capito l' importanza della stele quando altri la sottovalutavano e la ritenevano un reperto come altri di civiltà poco sviluppate e subito autodistruttesi, come tante altre volte in cui abbiamo rinvenuto corpi del genere in vari angoli dello spazio, un semplice reperto di archeologia spaziale insomma. Tu sai queste cose. L' ho definita comunque, fino ad ora, quando se ne è parlato, indifferentemente stele o monolito.
- Monolito, mmh! Benché sia talmente piccola da entrare nel palmo della tua mano. - interloquì l' altro - hai presente ... una stele di pietra di pietra, autentica, dico ... i veri monoliti.
- Benché sia piccola, sì. La sua storia la fa grande - pensieroso e serio il primo, troppo pensieroso, quasi ridicolo davanti al nasesita, considerato il suo ruolo, la sicurezza presumibile - la sua storia antica, più di quanto si era immaginato; più di quanto tu immagini; la sua storia la fa grande. Sì, esatto! In realtà, Nasesita , questa piccola lastra può illuminarci, forse, sulle fasi più antiche della storia dell' universo. Capisci?

sabato 20 gennaio 2007

Astronavi da sondaggio (da "La Stele": La Conferenza)

L’astronave spaziale da sondaggio Rosa Sfuggente rotava lentamente sul suo asse maggiore. Le sue appendici esploravano lo spazio per distanze veramente notevoli, prolungandosi da pianeta a pianeta ed esaminando, nei dettagli, piccoli e grandi corpi, nelle loro dimensioni, peso, forma, caratteristiche e colori. Essa era ben veloce in realtà per la propulsione in avanti, nonostante l’apparente lentezza vermicolare dei movimenti delle sue sottilissime propaggini flessibili.
Era stata lanciata ormai da tanto e aveva fatto strada, ma luccicava ancora, fulgida nel suo bel colore rosa pallido, che piaceva molto a chi la vedeva alla flebile luce di stelle lontane o di luci artificiali portate nello spazio a distanze tali da non illuminare poi bene. Era un po' scrostata qua e là ma la bellezza del suo disegno faceva ben capire la sua provenienza a chiunque fosse a conoscenza di quanto si costruisse ormai da anni in settori centrali delle Galassie del Vitello, laddove i laboratori operavano direttamente per la flotta d’Idraresses. Funzionava ancora molto bene benché, a quelle distanze non si potesse pretendere l’immediatezza del messaggio. Nulla comunque si era mai rotto dei suoi meccanismi.
Era stata lanciata al tempo in cui l’ "Imperatore Collaterale" Bonneten, il successore di Bennistannen, aveva iniziato l’esplorazione di tutto quello che c'è al di là delle galassie dei Mormoriddeni, epoca felice quella secondo la testimonianza di molti, in cui s’iniziò ad osare audacemente nelle esplorazioni e cominciarono ad arrivare risultati di scoperte veramente innovative.
Flotte guidate da condottieri coraggiosi, allora, espressione della volontà di governatori locali illuminati, fecero conoscere vari popoli tra loro e consentirono lo scambio delle scoperte e delle esperienze degli uni con quelle degli altri
Poi subentrò l' epoca di Mormidil, che tutti ricordano e, dopo vennero gli anni delle grandi ristorazioni e dei vagabondaggi; poi la grande epoca dei pellegrinaggi di Zorè, con grande partecipazione in tutto l' universo alle iniziative dell' imperatore Halussiet, l' "Orientatore degli Astri".
Le astronavi da sondaggio continuarono ad essere prodotte e lanciate, sempre più elaborate e funzionali. Mentre ancora ne venivano varate, quelle dei primi tipi inviavano messi di informazioni sempre più ricche e una vecchia astronave da sondaggio del tipo di Rosa Sfuggente non aveva in pratica nulla da invidiare ai modelli più innovativi, quantomeno per la robustezza, la forma slanciata e, soprattutto, la bellezza del colore, alla fioca luce di stelle lontane.

Egli

Egli iniziò la sua vita da un seme molto piccolo che vagava per gli spazi; allora era invisibile; rimase sempre invisibile.
Egli, all’inizio dell' esistenza, era praticamente invisibile perché la sua natura era di seme piccolissimo che volava negli spazi dei cieli, impercettibile per qualsiasi intercettatore senziente. Allora un urto con un granulo di polvere lo avrebbe frantumato come avviene per un fiocco di neve che urta una montagna.
Egli, dopo che per lunghe ere dei tempi esistiti ebbe volato nei cieli dell’universo senza essere distrutto, si annidò nel corpo di un animale.
Si annidò in un corpo animale mentre vagava in volo nei cieli dell’universo, scegliendolo mentre li guardava. Penetrò nell’animale senza atto di fecondazione, com’entra un alito di vento. Nacque.
Non aveva padre né madre, in realtà. Nacque da un piccolissimo seme che vagava negli spazi da cielo a cielo, scaldato dal calore degli astri vicino cui passava e poi congelato, nei suoi viaggi, dal freddo siderale che separa le stelle tra loro. Così viaggiò per ere ed ere mentre il cosmo cresceva e cambiava. Sua madre naturale, per averlo dato alla luce avendolo tenuto in grembo durate la gravidanza, era un animale caldo, dal crine nero.
Dopo la nascita crebbe molto lentamente ed era già antico quando le sue dimensioni divennero notevoli. Iniziò a svilupparsi maggiormente, nel tempo, rimanendo sempre invisibile ed, in tutti i modi, impercettibile e non rintracciabile nè valutabile con qualsiasi strumento o apparecchio.
Inesplorabile. Insondabile. Indimostrabile. Inconoscibile. Imponderabile. Impensabile.
Non verosimile alla conoscenza.

Egli non terminò la sua crescita, come gli altri esseri, una volta raggiunta la piena realizzazione dello sviluppo programmato. Continuò ad estendersi a dismisura e divenne enorme, secondo qualsiasi parametro di valutazione dei viventi.
Iniziò ad occupare lo spazio che, prima, era stato dei cieli e, da un pianeta ad un altro, si estendeva il suo essere corporeo, invisibile ed impercettibile ad ogni vivente e ai loro strumenti di rilevazione. Tutto rimaneva nero nei cieli o, se la luce di un astro penetrava in essi, i corpi illuminati assumevano i loro colori ma non vi era più cielo, né alcuna atmosfera, né il vuoto perché l' organismo di Egli riempiva lo spazio tra i corpi celesti e si estendeva tra le stelle, tra i pianeti e i loro satelliti. Materia vivente sostituiva il vuoto degli spazi e i gas e la polvere dei cieli, ma i viventi non potevano percepirne la presenza né alcuna traccia di esistenza. Egli era e non lo si poteva sapere.
Si estese tra le stelle e le costellazioni, tra le galassie e le nebulose, resistente a tutti i fenomeni del cosmo e al calore degli astri infuocati. Egli occupò gli spazi del cosmo e il suo corpo univa i mondi tra loro e ne fungeva da collegamento, avendo sostituito tutti i gas e gli elementi inerti ed inorganici che si interpongono tra le sedi dei viventi che nello spazio, sui corpi celesti o sui loro stessi artefatti, hanno i luoghi della loro vita.
Egli, avendo occupato gli spazi che congiungono astri e altri corpi cosmici, rendeva un tutt' uno la parte dell' universo dove si andava espandendo perché materia organica, costituente il suo essere, respingeva via da quei luoghi il vuoto, l' assenza, il nulla. Inglobava nel suo sé pianeti o altre sedi degli esseri viventi, senza che ciò fosse noto ad alcuno se non a lui stesso.
Non comunicò mai con alcuno, non facendo parte della sua natura il piacere della condivisione. Egli si occupò sopra ogni cosa di unire i mondi.

giovedì 18 gennaio 2007

rendez vous col grande fratello

- C' è qualcosa di strano nei segnali.
- C' è molto di strano nei segnali.
- L' hai notato anche tu?
- Da un pezzo?
- Anche tu?
- Si. Capite cosa significa?
- Non sono possibili altre spiegazioni? - chiese Bs preoccupato nell' espressione.
- No, nessuna. Ho già riflettuto a fondo.
- Anche la mia analisi non lascia adito a speranze - precisò La - la piattaforma è stata invasa.
I tre stiedero in silenzio, consapevoli dell' enormità e gravità di quanto affermato come inconfutabile.
Tutti i segnali rilevati avevano condotto ad un' unica plausibile spiegazione: i sistemi di difesa erano stati violati e la piattaforma spaziale era stata invasa.
- La piattaforma è enorme - ricordò La Stcknait. - vi sono parti di essa che non conosciamo bene; i porti dei viandanti, ad esempio.
- E' incontrollabile ed inesplorabile - precisò Dewatt.
- Siamo in serio pericolo. - concluse laconico Bs.
Rimasero silenziosi, essendo pienamente consapevoli dell' inutilità di visionare l' immensa piattaforma nelle sue varie parti: sarebbe stato necessario, per un' analisi dettagliata, un tempo molto lungo, tale da esporli, nel frattempo, a qualunque attacco. Era loro chiaro che un invasore spaziale, capace di eludere le difese della piattaforma in brevissimo tempo e penetrare in essa, senza consentire l' attivazione di alcuna resistenza ma solo la segnalazione dell' accaduto, non poteva che essere potentissimo e sicuramente più avanzato delle loro capacità di protezione. Era inutile provare a predisporre alcun tipo di armamento.
- Pensate - chiese, con molta perplessità ed evidente insicurezza, Dewatt Tbd agli altri due Antiqui Homm - che l' attacco alla nostra incolumità provenga dall' impero?
Gli altri due tremarono, non avendo osato essi stessi esternare tale sospetto.
- Noi siamo sudditi fedeli ed attivi dell' impero - osservò La.
- Ad alta e riconosciuta integrazione - precisò Bs.
- E se fosse il falso impero? - chiese Dewatt
Non restava che aspettare il colpo, per meglio capire, sperando di subire danni minimi e sopportabili.
- La luce! - esclamò improvvisamente La Stcknait, nel momento in cui intuì la verità.
Pochi istanti dopo si scoprirono immobilizzati, nel buio e nella confusione totale, in preda a panico e a grandi dolori che li tormentavano. Sentirono il loro essere sfaldarsi e parve impossibile resistere e tentare di mantenere l' integrità. Provarono a muoversi, a roteare, a brillare, ad espandersi o contrarsi, a rarefarsi o concentrarsi: tutto inutilmente, erano legati. Ogni tentativo di resistenza o fuga altro effetto non otteneva che l' esacerbazione di un dolore realmente insopportabile.
Nei momenti in cui cedevano ed, arrendevolmente, si riconoscevano vinti, il dolore iniziava lentamente ad attenuarsi e lo strazio a lenirsi.
I tre dovettero, come avevano previsto, consegnarsi inermi all' invasore.
- Abbi misericordia! - riuscì ad urlare Dewatt Tbd.
La confusione andava scemando ed una lieve luminosità iniziava a consentire la comprensione di ciò che stava accadendo.
L' ambiente che li circondava appariva rossastro e i contorni erano sfuocati e sfumati. Gli oggetti, per loro abituali, sembravano affastellati e a soqquadro in un magma generale. Una nebbia ricopriva tutto lasciando intravedere vagamente la stanza. Iniziarono a riconoscere il posto e la loro posizione. Era nettamente percepibile un odore fastidioso e molto intenso, che sembrava selvaggio. Davanti a loro si stagliava un essere che, secondo il loro primo giudizio, appariva molto strano e chiaramente organico, molto più di chiunque altro gli Antiqui Homm avessero mai conosciuto. Sembrava uno di quegli esseri viventi di un tempo, proveniente direttamente dalle epoche in cui la fisicità dei viventi era materialmente evidente. Questo tipo di presenza era per loro inquietante ed assolutamente sgradevole.
L’ essere era piccolo, magro, dall' aspetto decadente come quello di chi, essendo molto vissuto, sia andato incontro a progressivo deterioramento del corpo. Era glabro, liscio e ricoperto da una cute che formava molteplici pieghe ricadenti l' una sull' altra, dai colori poco appariscenti come quelli dei composti terrosi scottati dal calore. Aveva abbozzi di organi deputati a funzioni sensoriali nelle parti apicali. Era vagamente diviso in segmenti, tra loro poco distinguibili per via delle pieghe cutanee. La parte apicale era meno voluminosa della basale, su cui poggiava. Possedeva arti vestigiali, probabilmente non funzionanti.
- E' il Grande Fratello - sussurrò La Stcknait a Dewatt Tbd che, sbigottito, sussultò.

- Dove sono gli Oimonacoi? - chiese subito Orig, il Grande Fratello agli Antiqui Homm, non appena capì che si erano ripresi dallo stordimento ed erano in grado di rispondere.
- E' già in grado di padroneggiare il nostro codice comunicativo e di controllare la piattaforma - osservò La Stcknait, rivolgendosi a Bs Tchiton.
Lo avevano atteso molto a lungo e con momenti di spasmodica impazienza, riponendo nel suo arrivo molta speranza. Uno degli eventi ai quali avevano dedicato le loro esistenze si era finalmente realizzato e costituiva un momento assolutamente essenziale della loro strategia complessiva, prodromico alle funzioni principali cui sapevano di essere preposti.
Avevano subito notato che la piattaforma era ritornata alla piena funzionalità. Erano molto contenti, benché amareggiati per il precipitare degli eventi che non aveva loro consentito un' adeguata preparazione e, anzi, era stato tale da farli cogliere alla sprovvista e da aver consentito al Grande Fratello di averli prigionieri ed inermi in un sol attimo.
- Per noi eri, ancora un momento fa, una luce molto lontana. Quando ti seguivamo in forma di luce, Grande Fratello - gli disse Dewatt Tbd - non potevamo immaginare il tuo repentino modo di presentarti qui ora, in grande anticipo rispetto alle nostre previsioni; devi aver attivato un' accelerazione enorme nell' ultimo tratto, al di là delle nostre conoscenze sui fenomeni fisici.
- Non avete risposto alla mia domanda - osservò Orig, il Grande Fratello, poco interessato al loro stupore rispetto al suo reingresso accelerato.
- Siamo noi gli Oimonacoi - affermò La Stcknait.
Orig, il Grande Fratello si volse verso chi parlava e lo fissò: - Non vorrei essere costretto ad annientarvi - gli disse.
- Siamo veramente noi gli Oimonacoi - ribadì Dewatt Tbd.
- Voi siete tre esseri che non conosco – precisò Orig, il Grande Fratello - erano molti, allora, gli Oimonacoi che ho lasciato qui.
- Eravamo, sì, molti Oimonacoi in principio dei tempi, venuti sulla piattaforma. Ci siamo poi sincretizzati in tre soli enti.
- Forse voi siete tre parassiti e avete distrutto gli Oimonacoi.
- All' inizio dei tempi - ripeté nuovamente Dewatt Tbd - esistevano molti Oimonacoi su questa vasta piattaforma, i primi nati tra i viventi. Da essi hanno avuto origine tre Antiqui Homm per vigilare la conservazione della testimonianza ed avviare i processi per la fine dell' universo se tu, Grande Fratello, hai fatto la tua parte.
Orig, Il Grande Fratello ebbe le idee chiare dopo questa precisazione avendo profondamente sondato le loro menti; egli aveva scrutato ed analizzato la veridicità di quanto affermato dai tre. Sapeva che gli Oimonacoi, da sempre, sconoscevano il suo vero nome. Sapeva che essi, ora Antiqui Homm, credevano di essere i più antichi viventi dello spazio e che tali, in realtà, non erano.

- Avete avuto cura della testimonianza? - chiese poi Orig, il Grande Fratello.
Ne avevano avuto cura, facendo in modo che la sua integrità fosse regolarmente ispezionata e operando i dovuti interventi di manutenzione, benché essa fosse posta, nell' universo, proprio agli antipodi della piattaforma.
I primi coloni della piattaforma erano stati coloro che avevano abbandonato il pianeta originario, proprio per assumersi il compito di custodi della testimonianza. Essi avevano raggiunto l' accordo di divenire Oimonacoi, abbandonando ogni posizione sociale precedentemente sostenuta, ogni loro personale progetto di vita, ogni altro interesse.
Vigilavano a distanza, dalla piattaforma che avevano posto agli antipodi del pianeta da cui provenivano, quando su di esso si estinse la vita ed essi ebbero modo di sapere di essere rimasti gli ultimi sopravvissuti della loro specie.
Vigilavano quando salutarono il Grande Fratello che partiva per la sua esplorazione.
Vigilavano allorché decisero l' inizio del processo di sincretizzazione destinato a generare pochi ed omogenei Antiqui Homm per meglio gestire la convivenza e le risorse sulla piattaforma.
Vigilavano ora che il Grande Fratello era tornato.
- La testimonianza è al sicuro e può cominciare a suscitare l' attenzione degli spaziali, se ci confermi che non è più necessario celarla. - precisò Dewatt Tbd.
- Hai completato la tua missione? - chiese Bs Tchiton.
- Puoi spiegarci cosa hai riscontrato? - chiese, a sua volta, La Stcknait.
- Sono stato alla fine del tempo ed oltre, al confine estremo del cosmo ed oltre.
Ho visto l' esistente nel suo rarefarsi ed estinguersi, sono penetrato nel nulla e sono giunto oltre.
Ho visto gli ultimi viventi ed, assieme ad alcuni di essi, ho esplorato lì dove non c' è niente davanti e niente dopo.
- Conosci l' al di là?
- Sì
- L' hai compreso?
- Non toccava a me o ad altri dei miei tempi. Il mio compito era quello di verificare che i viventi continuassero nel tempo, fino alla fine, i loro sforzi di ricercarsi e capirsi, di contattarsi, di provare a comprendere unendosi.
- Hanno continuato costantemente?
- In alcune fasi storiche si sono fatti stupidamente distogliere da falsi problemi e, soprattutto, da inutili entusiasmi. Poi si sono riconnessi.
- Il futuro ha consentito l' immortalità?
- E' stata la principale falsificazione.
- E' possibile capire cos' è importante?
- Non è compito vostro né dei vostri tempi.
- E' forse la felicità?
- E' una falsificazione
- Il passato più remoto e la fine ultima del tempo, dunque, in questo momento si sono ricongiunti.
- Potete iniziare ad avviare gli eventi terminali. E’ venuto il momento in cui ciò che avete nascosto può essere presentato a tutti.
 
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